Biografia
Giorgio Marogna s’affacciò
alla vita nel 1953, di primavera, sulle prime pendici del monte baldo, in quel
di Caprino Veronese, nel cuore d’un paesaggio incantevole, paradiso dei fiori,
tripudio dei colori; luogo e momento topici, quasi un destino, per un bimbo già
predisposto per natura all’incanto, alla malìa dell’arte.
Fu così che a soli tredici
anni cominciò per Giorgio Marogna l’avventura della pittura: il suo emergere a
scuola tra i compagni e poi la prima mostra a livello locale nel 1968, che
attrasse sui paesaggi intrisi di liricità usciti spontaneamente dal suo
pennello l’attenzione dei cultori d’arte, e da allora fu tutto un crescere
progressivo.
Il giovane artista,
autodidatta, ma attento a modi e tecniche dei grandi maestri dell’arte, cominciò
a partecipare a concorsi d’orizzonte sempre più ampio, conseguendo lusinghieri
riconoscimenti, finchè nella prima rassegna internazionale d’arte contemporanea
presso la galleria “Avanguardia 2” a Milano fu premiato per tecnica e merito artistico e nello
stesso anno vinse a Trento il primo premio assoluto in un concorso patrocinato
dal Senato della Repubblica italiana: ricevette il premio direttamente dalle
mani del presidente di esso, il Senatore Giovanni Spagnolli.
Ad incantare gli esperti,
oltre alla padronanza delle tecniche pittoriche, era soprattutto la spontanea e
nativa “primaverilità” delle esecuzioni del pittore poco più che ventenne, la
sua capacità di fermare sulla tela l’incanto contemplativo, filtrato
attraverso un velo d’intima commozione; erano i suoi paesaggi capaci di
conciliare il respiro d’orizzonti illimitati con le dimensioni dell’anima,
degli affetti più cari, delle certezze più vere, quelle legate alla vita vera,
semplice, quotidiana.
Nel 1975 venne ascritto per
merito all’accademia tiberina e nel 1975 ottenne il riconoscimento per merito
dell’accademia Gentium “pro pace” di Roma.
Negli anni si susseguirono
per lui le mostre personali e la partecipazione a mostre collettive in tutta
Italia.
Ma ciò non lo indusse mai a
trasformare la pittura in mestiere, egli conservò il proprio lavoro, tenendo l’arte
come puro godimento dello spirito, momento liberatorio, momento di libera
creatività; ed amò dedicare i propri momenti liberi anche ad insegnare ad
altri, a scuola e in corsi pubblici, le tecniche ed i segreti per avventurarsi
sulle vie dell’arte.
Così facendo ha mantenuto
giovane la sua pittura, la quale anzi, proprio ora, dopo quarant’anni di
esercizio, risulta rinnovata, più viva e frizzante; segno che l’arte ha
insegnato al pittore ad amare sempre più, e più che mai, la vita in tutta la
sua pienezza.
Le sue opere sono conservate
in collezioni private, pubbliche in Italia e all'estero.
Foto nello studio
Foto con il Senatore Spagnolli
Foto con allievi del corso pittura
Particolare della tavolozza colori